Vademecum per difendersi dallo ‘smishing’

Si tratta di una forma di truffa che utilizza messaggi di testo e sistemi di messaggistica (compresi quelli delle piattaforme social media) per appropriarsi di dati personali a fini illeciti, ad esempio, per sottrarre denaro da conti e carte di credito

Vademecum per difendersi dallo ‘smishing’

Vademecum del ‘Garante per la protezione dei dati personali’ (documento del 2 aprile 2025) per garantirsi adeguata protezione dal cosiddetto ‘smishing’ (o ‘phishing’ tramite messaggi), cioè quella forma di truffa che utilizza messaggi di testo e sistemi di messaggistica (compresi quelli delle piattaforme social media) per appropriarsi di dati personali a fini illeciti, ad esempio, per sottrarre denaro da conti e carte di credito. Di solito, i messaggi di ‘smishing’ invitano i destinatari a compiere azioni (cliccare link, ad esempio) o fornire informazioni con urgenza per non rischiare danni (come il blocco della carta di credito) o sanzioni. I truffatori inviano ad esempio messaggi per chiedere alle vittime di: cliccare un link che conduce ad un form online in cui inserire dati personali, dati bancari o della carta di credito, ad esempio, e il link da cliccare può anche essere utilizzato per installare sullo smartphone della vittima programmi malevoli capaci di carpire dati personali conservati sul dispositivo o addirittura in grado di accedere alle app e ai programmi con cui si gestiscono Internet banking e carte di credito; scaricare un allegato che può contenere programmi malevoli capaci di prendere il controllo dello smartphone o accedere ai dati in esso contenuti; rispondere ai messaggi ricevuti inviando dati personali (come il codice fiscale, il PIN del bancomat o quello utilizzato per l’internet banking, il numero della carta, il codice di sicurezza della carta, i dati della password temporanea per eseguire operazioni sul conto bancario e sulla carta di credito.); chiamare un numero di telefono, dove poi un finto operatore o un sistema automatizzato chiedono di fornire informazioni di vario tipo, compresi dati bancari o della carta di credito. Meglio, quindi, consiglia il ‘Garante’, diffidare dei messaggi che hanno toni ultimativi e intimidatori o che spingono ad agire con fretta ed urgenza. Ecco alcuni esempi di messaggi da valutare con particolare attenzione e cautela: una banca o un gestore di carte di credito o una società di recupero crediti che segnalano un account compromesso, generici problemi tecnici o anomalie sul conto bancario o sulla carta di credito, da verificare urgentemente, ecc.; offerte di sconti straordinari su beni e servizi, o anche proposte di ricariche telefoniche da effettuare subito a costi incredibilmente vantaggiosi; fornitori di beni o servizi che segnalano bollette o rate non pagate da saldare con urgenza, oppure pacchi, lettere o raccomandate da ritirare o che si ha difficoltà a consegnare, ecc.; amministrazioni pubbliche che segnalano la necessità di fornire dati, sanzioni da pagare (multe, cartelle esattoriali), anomalie da verificare, ecc.; piattaforme che offrono servizi di social media o di messaggistica che segnalano una violazione dell’account personale e che chiedono di fornire dati o di compiere determinate azioni (cliccare link, compilare form, chiamare numeri o inviare messaggi, ecc.). Banale ma fondamentale il consiglio fornito dal ‘Garante’ per difendersi dallo ‘smishing’: non comunicare mai dati e informazioni personali o dati come codici di accesso, PIN, password, dati bancari e della carta di credito a sconosciuti. In ogni caso, poi, occorre ricordare che istituzioni e banche non richiedono di fornire dati personali tramite SMS o messaggistica istantanea, specie se si tratta di informazioni come PIN, password, codici di autorizzazione, ecc., che, di solito, loro stessi ci invitano a mantenere strettamente riservate. In generale, poi, meglio non conservare le credenziali (password, PIN, codici) di dati bancari o della carta di credito sullo smartphone. In caso di intrusioni informatiche sul dispositivo (tramite malware, ad esempio), questi dati potrebbero infatti essere facilmente sottratti. Perciò, se si ricevono messaggi da sconosciuti, non cliccare sui link in essi contenuti e non aprire eventuali allegati: essi potrebbero contenere virus o programmi capaci di prendere il controllo di computer e smartphone. Stessa accortezza con i messaggi che provengono da numerazioni anomale o particolari oppure da utenze identificate da un nome con il numero nascosto. Se, poi, si ricevono messaggi che invitano a richiamare determinati numeri di aziende o istituzioni, controllare sempre prima se tali numeri corrispondono a quelli ufficiali, consultando, ad esempio, i siti web istituzionali. Per estrema sicurezza, invece di contattare i numeri ricevuti, ci si può rivolgere al centralino o all’URP dell’azienda o dell’istituzione chiedendo di farsi mettere in contatto con l’ufficio che dovrebbe aver inviato il messaggio.

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