Cronache di guerra: basta con l’esposizione dei volti di bambini disperati

Monito rivolto non solo ai media ma anche agli utilizzatori dei social network

Cronache di guerra: basta con l’esposizione dei volti di bambini disperati

Stop all’esposizione in televisione, sui giornali e sui social network dei volti dei bambini disperati in zone di guerra. Questo il monito del Garante per la protezione dei dati personali, monito legato, ovviamente, alla stretta e drammatica attualità del conflitto che vede l’Ucraina presa d’assalto dalla Russia. “Evitiamo di portare in guerra una seconda volta almeno i bambini”, auspica il Garante, che si rivolge, è bene sottolinearlo, non solo ai media e alle grandi piattaforme on line di condivisione di contenuti, ma anche a ogni singola persona presente sui social network. In realtà, l’immagine di un bambino, come qualsiasi dato personale che lo riguardi, dovrebbe entrare nel sistema mediatico solo quando ciò sia indispensabile o, ancora meglio, solo quando la sua pubblicazione sia finalizzata all’interesse del bambino, perché, altrimenti, quella fotografia e i relativi dati, nella dimensione digitale, perseguiteranno quel bambino per sempre, e, magari, in molti casi lo esporrà a conseguenze discriminatorie di carattere sociale, culturale, religioso o politico di ogni genere, conseguenze, forse, oggi, in molti casi persino imprevedibili. (Nota del 4 marzo 2022 del Garante per la protezione dei dati personali)

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