Presunta violazione della protezione dei dati personali: possibile l’azione dell’associazione di consumatori
L’intervento dell’associazione è plausibile anche indipendentemente dalla violazione concreta del diritto di un soggetto e in assenza di uno specifico mandato

Possibile per le associazioni che operano a tutela dei consumatori intraprendere azioni contro presunti atti pregiudizievoli per la protezione dei dati personali. E tali azioni, precisano i giudici, possono essere proposte anche indipendentemente dalla violazione concreta del diritto alla protezione dei dati personali di un soggetto e in assenza di un mandato conferito a tale scopo. A portare a questo pronunciamento i giudici comunitari è il contezioso tra la Meta Platforms Ireland – già Facebook Ireland – titolare del trattamento di dati personali degli utenti del social network online Facebook nell’Unione Europea e un’associazione di consumatori tedesca. Quest’ultima ha proposto un’azione inibitoria contro la Meta Platforms Ireland, contestandole di aver violato, nell’ambito della messa a disposizione degli utenti di giochi gratuiti forniti da terzi, delle norme relative alla protezione dei dati personali, alla lotta contro la concorrenza sleale e alla tutela dei consumatori. I giudici comunitari chiariscono che non è da censurare una normativa nazionale che permetta ad un’associazione di tutela degli interessi dei consumatori di agire in giudizio, in assenza di un mandato che le sia stato conferito a questo scopo e indipendentemente dalla violazione di specifici diritti degli interessati, contro il presunto autore di un atto pregiudizievole per la protezione dei dati personali. (Sentenza del 28 aprile 2022 della Corte di giustizia dell’Unione Europea)