Database realizzato col riconoscimento facciale: multa a una società americana
I dati raccolti on line sono stati trattati in modo illecito. Coinvolti anche cittadini presenti in Italia

Stop dal Garante per la Privacy al riconoscimento facciale utilizzato da una società americana per un social network mirato a sviluppare un database destinato, secondo i creatori, a dare un supporto alle forze dell’ordine per indagare sui crimini, migliorare la sicurezza pubblica e fornire giustizia alle vittime. Questo nobile, almeno sulla carta, obiettivo non può legittimare però, secondo il Garante, né il riconoscimento facciale né tantomeno l’uso dei dati biometrici degli italiani con conseguente monitoraggio. Consequenziale la multa per la società americana di 20.000.000 di euro, proprio per aver messo in atto, secondo il Garante, un vero e proprio monitoraggio biometrico anche di persone che si trovano nel territorio italiano. Nello specifico, la società americana dichiara di possedere un database di oltre dieci miliardi di immagini di volti di persone di tutto il mondo, estratte da fonti web pubbliche, come siti di informazione, social media e video online, e offre un servizio di ricerca qualificata che, grazie a sistemi di intelligenza artificiale, consente la creazione di profili basati sui dati biometrici estratti dalle immagini, eventualmente arricchiti da altre informazioni ad esse correlate, come titolo e geolocalizzazione della foto e pagina web di pubblicazione. Dall’istruttoria del Garante, attivata a seguito di reclami e segnalazioni, è emerso che la società consente il tracciamento anche di cittadini italiani e di persone collocate in Italia e che i dati personali detenuti dalla società, inclusi quelli biometrici e di geolocalizzazione, sono trattati illecitamente, senza un’adeguata base giuridica, che non può sicuramente essere il legittimo interesse della società americana. Il Garante ha anche ordinato alla società di cancellare i dati relativi a persone che si trovano in Italia e ne ha vietato l’ulteriore raccolta e trattamento attraverso il suo sistema di riconoscimento facciale. (Ordinanza del 10 febbraio 2022 del Garante per la protezione dei dati personali)